Il circuito del Montenero

X° CIRCUITO DEL MONTENERO
COPPA CIANO (3 Agosto 1930)

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a cura di Luigi Ciompi
Estate 2001
Il X Circuito dl Montenero
Il 3 agosto, sul Circuito del Montenero, si svolgerà la Coppa Ciano, manifestazione internazionale aperta di velocità per macchine da corsa, valida per la classifica del campionato italiano di velocità 1930.
Questa manifestazione, bella fra le belle, si ripete ormai per la decima volta e sempre ha segnato un successo crescente.
Il Circuito del Montenero è veramente una gara bella e appassionante. Il tracciato stradale, sia in planimetria che in altimetria, è difficilissimo, ed infatti più volte abbiamo sentito automobilisti parlare del Circuito del Montenero, come di una... imitazione delle Madonie, perchè come queste tormentato e difficile, e perchè come queste richiede tutto alle macchine, ed ai piloti.
Si aggiunga a ciò, il luogo incantevole nel quale sorgono le tribune, erette nell’incanto della natura, a una trentina di metri dal mare che azzurrissimo si frange lungo la spiaggia e le scogliere, e con alle spalle le colline e il Montenero verdissimi di lussureggiante vegetazione.
E’ dunque una corsa nella quale lo spettatore, oltre ad assistere ad una battaglia automobilistica trascinante per l’impegno e la valentia che richiede dai piloti, si trova anche in un eden di luoghi nei quali tutto sorride.
Le macchine partecipanti saranno divise in due classi: fino a 1100 e oltre 1100 cmc.; una classifica a parte verrà redatta per quelle di cilindrata dai 110 ai 1500 cmc.
Saranno assegnati i seguenti premi: al 1° classificato: L. 75.000 e Coppa Ciano; al 2°: L. 30.000 e Coppa Mussolini; al 3°: L. 15.000 e Coppa Podestà di Livorno; al 4°: L.10.000 e Coppa Provincia di Livorno; al 5°: L.8.000; al 6°: L.5.000; al 7°: L.4.000; all’8°: L.3.000; al 9°: L.2.000; al 10° L 2.000.
Ai primi tre concorrenti giunti in tempo massimo su macchina non superiore ai 1100 cm. di cilindrata, verranno assegnati i seguenti premi cumulativi con altri eventualmente loro spettanti: al 1°: L.3.000 e medaglia d’oro di S. M. il Re; al 2°: L.2.000; al 3°: L.1.000. Verranno inoltre distribuite lire 40.000 fra i classificati in tempo massimo che non abbiano diritto ad alcuno dei premi precedenti.
Sono inoltre in palio i seguenti premi speciali (definitivi): al concorrente che compierà il giro più veloce, anche non compiendo l’intero percorso: medaglia d’oro grande della C.S. del R.A.C.I.; al concorrente che abbasserà il “record” del giro (Varzi 15’10”2/5): medaglia d’oro; al primo guidatore socio dell’Automobile Club Livorno ed al rispettivo meccanico: medaglia d’oro; al concorrente primo classificato che abbia usato lo “Energolo Titanic”, Coppa in argento della Casa fabbricante il prodotto.

(Da “R.A.C.I.”, Settimanale dell’Automobilismo Italiano, Luglio 1930)


X CIRCUITO DEL MONTENERO - COPPA CIANO (1930)
Il X Circuito del Montenero vinto da Fagioli su Maserati

Sul difficile, tortuoso e tormentato Circuito del Montenero, che non a torto è stato para¬gonato alle Madonie, in formato ridotto, si è disputata domenica scorsa la Coppa Ciano, manifestazione internazionale di velocità per macchine da corsa, valida per la classifica di campionato italiano.
Mezza centuria di concorrenti avevano in¬viato la loro iscrizione, e la gara si presen¬tava assai interessante e combattuta.
Grazie alle premure assidue, instancabili del¬l’Automobile Club di Livorno che ha curato con passione viva la organizzazione della grande prova, il circuito quest’anno era in condizioni ideali e le imponenti tribune erano state erette sull’incantevole piazzale dell’Ardenza.
Il pubblico, malgrado la giornata minaccio¬samente piovosa, è accorso in folla ad assiste¬re alla gara, tanto più che con ansiosa attesa si aspettava l’incontro Nuvolari Varzi.
Era, questo, un po’ il perno della manifestazione. Non si può certamente stabilire una superio¬rità fra i due grandi campioni, Nuvolari e Varzi, i quali hanno al loro attivo numerose e sfolgoranti vittorie automobilistiche e motoci¬clistiche. E poiché alla Montenero correvano ad armi pari con due Alfa Romeo P2, se la fortuna fosse stata benevola ad entrambi, era la valentia quella che avrebbe dovuto stabilire il primato.
Come si vede, non era piccolo il motivo d’interesse della manifestazione, e ben si spiega l’attesa febbrile della folla e specialmente degli sportivi del volante.
Alle ore 15 del 3 agosto, le macchine sono state fatte allineare ed alla presenza di S.E. Ciano con la Contessa e Contessina Ciano, dell’on. Ridolfi, dell’on. Lando Ferretti, dell’on. Farinacci e di numerose altre autorità e personalità, la Contessa Edda Ciano Mussolini ha dato il via ai concorrenti che, a cominciare dalle piccole cilindrate sono partiti a coppie di due con 30” di distacco fra l’una e l’altra.
Hanno così preso la partenza 32 vetture, nove delle quali della 1100 cc.
Nella minima cilindrata, l’andamento della corsa è stato regolarissimo e veloce.
Moradei, inseguito sempre da vicino da Matrullo ha preso il comando della gara dall’inizio e l’ha mantenuto sino al termine con la Salmson che ha marciato sempre con veloce regolarità. Matrullo, ottimo secondo, è giunto a soli 47” di distacco. Tutti gli altri si sono ritirati o sono giunti fuori tempo massimo. Si può dire che è stato Matrullo l’anima della corsa, perché con il suo tenace inseguimento, ha costretto Moradei a marciare più forte e a fare largamente crollare i record. Nello scorso anno, infatti, Moradei che fu ugualmente vincitore della corsa, stabilì sul giro il tempo di 18’12”3/5 alla media di Km. 74.162 portato quest’anno a 17’4” alla media di km.79.101 e nel percorso ottenne il tempo di 3h.14’12” alla media di km. 69.311 che quest’anno ha abbassato a 3h.00’20” alla media di km.74.861. Su tutto il percorso, quest’anno, Moradei ha dunque tenuto una media più elevata di quella raggiunta nel 1929 sul solo giro. Nelle maggiori cilindrate , che disputavano la “Coppa Ciano”, la lotta fra i campioni è stata serrata, entusiasmante.
Nuvolari è subito passato in testa, a brevissimo distacco da Varzi. I due magnifici antagonisti avevano iniziato la generosa battaglia, decisamente, tanto che ambedue dal primo giro, malgrado la partenza da fermo, hanno battuto il record sul giro.
Questo era stato stabilito da Varzi, vinci¬tore della IX Montenero, che con la P2 girò nello scorso anno, in 15’10”2/5 alla media di km. 88.971. Quest’anno, pur partiti da fermo, al primo giro Nuvolari ha registrato 13’6” e Varzi 15’10”. Battaglia, dunque, velocissima.
Al secondo giro, posizioni immutate. Varzi segue a 9” Nuvolari, precedendo Maggi e Fagioli.
Al terzo giro, Varzi, tirando fortissimo, riesce a passare al comando della gara. Nuvolari cerca di riprendersi, colmando il distacco, e compie il giro più veloce, che resterà imbattuto, segnando il nuovo record 14’38”2/5 alla media di Km 92.211, ma invece di togliere il primato a Varzi, compie un altro giro giungendo lentamente alle tribune.
Lo stesso incidente di Varzi a Roma: la frizione bruciata. Nuvolari, confortato dagli applausi del pubblico, è costretto al ritiro.
Varzi ha ora 2 minuti di vantaggio su Fa¬gioli. Maggi, che ha cambiato le candele, ha perduto il suo posto retrocedendo al sesto. Al sesto giro, nuovo e doloroso colpo di scena, il ritiro di Varzi.
I due campioni dei quali era tanto atteso il confronto e che avevano dato battaglia con tanta audacia erano entrambi costretti ad abbandonare la corsa per irreparabili guasti di macchina, dopo aver dominato incontrastatamente per parte della gara. Il ritiro della P2 e dei fortissimi piloti ha profondamente contrariato tutti i presenti for¬se più per il risentimento contro la sfortuna cieca che appiedava i due valorosi, che per il diminuito interesse della prova.
Le P2, dopo sei anni che sono sulla breccia, ininterrottamente, vincendo sempre e su tutti i circuiti stabilendo anche nuovi record internazionali, come a Cremona nello scorso anno, cominciano a manifestare, di tanto in tanto segni di stanchezza. E’ inevitabile. Tuttavia queste vetture, che vinceranno ancora, rimarranno sempre nella storia dello sport automobilistico come un miracolo di tecnica e di tec¬nica italiana.
Scomparsi Varzi e Nuvolari dalla lotta, Fagioli, vincitore della Coppa Principe di Pie¬monte, secondo assoluto alla Cuneo-Colle Maddalena, quasi vincitore del Circuito di Caserta, ha giudiziosamente condotto la sua 2500 Maserati fino alla vittoria che è stata salutata con gli applausi più vivi di tutti i presenti.
Fagioli ha avuto una condotta di gara molto prudente e giudiziosa. Ha tallonato i due alfisti sempre nelle seconde posizioni, e si è trovato poi al comando della gara, vincendo indisturbato, portando ad una nuova, clamorosa affermazione la poderosa 2300 Maserati che, dopo il poco felice debutto della Ma¬donie, si è dimostrata macchina di classe, si¬cura speranza dell’automobilismo sportivo italiano.
E se è vero che Fagioli ha vinto dopo il ri¬tiro di Varzi e Nuvolari, è altrettanto vero che ha battuto il record precedente sul percorso, che apparteneva a Varzi con 2h.34’51”3/5 al¬la media di km. 87.173, portato a 2h.33’59”3/5 alla media di km. 87.666.
Secondo, con un’Alfa 1750 è giunto Cam¬pari, che ha compiuto miracoli, migliorando il tempo che con lo stesso tipo di macchina ottenne nel 1929.
Maggi è finito ottimo terzo, ed il suo ritor¬no alle corse, in una prova così difficile come la Montenero, non poteva essere più brillante, e pieno di promessa per le future manifestazioni.
Quarto Borzacchini, che con la 1750 Alfa esordiva, e che, pure non forzando, ha fatto sfoggio della sua altissima classe.
La X Coppa Montenero, che si è corsa nel nome del Ministro Ciano, è stata caratterizza¬ta da un’altissima percentuale di ritiri. Non poteva essere diversamente, dato il treno ve¬locissimo imposto da Nuvolari e Varzi, e date le grandi difficoltà del tormentato circuito, sul quale si è disputata domenica scorsa una bella, entusiasmante contesa dello sport del volante.
Artefici, i forti piloti e le velocissime mac¬chine italiane, e l’Automobile Club di Livorno che con il cav. uff. Ernesto Tron, ed il cav. Benedetti, ha dato nuova prova della sua maturità e del suo entusiasmo fattivo.

LE CLASSIFICHE

Classe oltre 1100 cmc.:
1. Fagioli Luigi su Maserati 2500 Dunlop, in 2h.33’59”3/5, a compiere i 225 chilometri alla media di km. 87.666.
2. Campari Giuseppe su Alfa Romeo 1750 Pirelli, in 2h.36’20”;
3. Maggi Aimo su Bugatti 2000 Dunlop, in 2h.36’38”;
4. Borzacchini Baconin su Alfa Romeo 1750, in 2h.37’33”l/5;
5. Fontana Eugenio su Alfa Romeo 1750, in 2h.53’52”2/5;
6. Gazzabini Carlo su Alfa Romeo 1750, in 2h.56’02”2/5.

Classe fino a 1100 cmc:
1. Moradei Mario su Salmson Dunlop, in 3h.00’20” a compiere i 225 chilometri alla media di Km. 74.861 (record).
2. Matrullo Francesco su Salmson in 3h.01’07”2/5.
3. Arzilla su Amilcar.
Giro più veloce classe 1100: Moradei, al 7° in 17’4”, alla media dì Km. 79.101. Classe oltre 1100: Nuvolari, al 4° in 14’38” e 2/5 alla media di Km. 92.211, record assoluto.

(Da: “R.A.C.I” Settimanale dell’Automobilismo Italiano, N°32 Anno IV, 10 agosto 1930)

 
 
  X CIRCUITO DEL MONTENERO - COPPA CIANO (1930)
LA Xa COPPA CIANO

Come spesso avviene, quando tutta l’attesa e tutto l’interesse di una manifestazione sembrano concentrati in un solo motivo e fuori di quello pare che la gara non abbia altre soluzioni e altre vie d’uscita, le previsioni per la Xa Coppa Ciano al Montenero vedevano l’importanza é la passionalità e anche l’esito della corsa esclusivamente racchiusi nel duello Varzi Nuvolari. Noi stessi che in que¬ste cose dobbiamo, più o meno, risentire le condizioni del¬l’ambiente non fosse altro per dare una idea dell’opi¬nione pubblica, non eravamo sfuggiti al... chiodo di attua¬lità, al grande interrogativo: Varzi o Nuvolari, quasi che in una sola corsa si potessero giudicare migliore uno del¬l’altro due campioni che tante altre vittorie avevano con¬sacrato tali. Varzi o Nuvolari? Agli effetti della vittoria nella nuova gara stava bene; Varzi o Nuvolari, agli effetti di una superiorità definitiva non stava bene affatto ed era forse ingiusto e pericoloso il chiederselo. In uno sport come quello dell’automobilismo da corsa, soggetto, come altri sport non sono, alle leggi del caso e della fortuna, che possono, addirittura, neutralizzare il più ec¬celso valore, è ingiusto chiedere ad una gara sola, ad un risultato, di risolvere, in un sol colpo, una questione di superiorità. E’ ingiusto e, ripetiamo, anche pericoloso. Ognuno di noi può comprendere la psicologia di un campione e lo stato d’animo in cui egli si viene a trovare quando, più che in lui, gli è d’intorno tanto furore di... battaglia. Varzi e Nuvolari al Montenero sono partiti in condizioni di spirito tutt’altro che benigne e diciamo, così per non esser brutali. Ognuno dei due aveva da vincere; ma non per la vittoria in se stessa o per concreto inte¬resse, come, forse, in tante altre occasioni: ma per piegare l’avversario, per dire alla gente “sono il più forte”, alla gente che voleva o alla quale si era voluto far credere che la Xa Coppa Ciano avrebbe senz’altro stabiliti i valori. ¬E’ avvenuto quello che fatalmente doveva avvenire, se pur nel modo più benigno e felice che si potesse i due corridori hanno tirato a fondo come dannati e chi n’è an¬dato di mezzo sono state le loro vetture. Poteva capitare di peggio e non c’è da lagnarsi che sia finita così; se pur la lezione debba esser considerata d’insegnamento per la folla che voleva o l’uno o l’altro sul piedistallo più alto e per gli stessi corridori che a spese loro hanno capito, troppo tardi però, che le vetture non sono... infrangibili e che l’impossibile non può farlo nessuno.
La Xa Coppa Ciano al Montenero si è risolta cosi nella vittoria, forse imprevista, ma meritata e chiara di Luigi Fagioli e della Maserati 2500 che ha rinnovato il trionfo di Roma. Qua, come là, sola in campo contro tutta una muta di agguerriti avversari; qua, come lì, arrivata prima a tempo di record dopo che le avversarie più forti e peri¬colose avevano ceduto allo sforzo. Con una sola differen¬za: che a Roma le Alfa corsa poteva anche credersi aves¬sero ceduto per il treno imposto da Arcangeli e dalla Ma¬serati 2500, e che a Livorno, Fagioli ha vinto per il treno che Varzi e Nuvolari hanno imposto alle loro vetture. Ma il risultato non cambia ed a distanza di poco più 2 mesi e nella gara più importante disputata da allora la Maserati conosce il trionfo. Una breve cronaca della gara non starà male. Fino al quinto giro le Alfa corsa sono rimaste in gara. Prima Nuvolari, partito come una furia; poi Varzi, che in un giro ha riguadagnato 10 secondi al rivale. Varzi aveva girato in 14’39”. Nuvolari al giro successivo girava in 14’38”2/5 battendo definitivamente il nuovo record che apparteneva a Varzi con 15’10”. Un giro ancora e i due rivali erano divisi da nemmeno un secondo. Ma al 6° giro ecco Nuvolari che si ferma al box e più non riparte. Cosa è capitato al mantovano? La frizione si e rotta e non c’è più nulla da fare. Allora è Varzi che ha vinta la grande battaglia? Pochi minuti dura l’interregno del galliatese. A metà del 6°giro, che poteva esser quello della vittoria, anche la macchina di Varzi accusa lo sforzo tremendo: non è la frizione stavolta, è il differenziale¬ che inchioda la macchina e costringe al ritiro.
Rimane in testa Fagioli seguito dai superstiti della du¬rissima selezione dei primi giri che hanno visto Arcangeli e Cortese primeggiare e poi ritirarsi per identico guasto (sempre la frizione). Biondetti, Campari, Maggi, Borzacchini sono gli uomini che seguono Fagioli dal sesto giro in poi. Il più pericoloso poteva esser Aymo Maggi che al 3°giro aveva un secondo di vantaggio su Fagioli. Ma Maggi s’era dovuto fermare per cambio di candele e un po’ di tempo aveva dovuto perdere per una specie di... uscita di strada nella discesa. Fagioli aveva così circa tre minuti sul suo più diretto avversario nell’ordine. Maggi doveva riprendere Borzacchini e minacciare Campari; Fa¬gioli doveva vincere, senza più avere grandi disturbi a velocità per altro tutt’altro che lieve, migliorando come ha fatto il record sulla distanza totale segnato l’altro anno da Varzi con l’Alfa Romeo P. 2.
Inutile voler fare una cronaca più lunga e più dettagliata. La X Coppa Ciano al Montenero è stata tutta fra gli uomini che abbiamo citati. In un primo tempo con Varzi e Nuvolari impegnati in un furibondo duello al secondo e Fagioli e Maggi di rincalzo con tempi di poco superiori, come era tattica consigliabile e logica seguire; poi con Fagioli sicuro dominatore davanti a Maggi in ritardo a Campari e Borzacchini con mezzo inferiore e a Biondetti che doveva ritirarsi presto. Scomparsi Arcangeli e Cor¬tese, che erano stati fra i più veloci in gara, dietro Fa¬gioli, sicuro dominatore per il mezzo superiore in suo possesso e per le doti di corretto e riflessivo campione, la lotta per le piazze d’onore fu tutta fra Campari e Bor¬zacchini, sicuri e regolari e Maggi impetuoso inseguitore, tutt’altro che rassegnato a cedere la palma del secondo posto assoluto.
Per taluno la gara può essersi tramutata, dopo il du¬plice quasi simultaneo ritiro di Varzi e di Nuvolari, in una piccola delusione. Frutto anche questo della speciale ¬atmosfera della vigilia che voleva la vittoria circoscritta ai due corridori dell’Alfa Romeo. I fatti dovevano smen¬tire l'eccessiva facilità di tale ipotesi.
Infatti, dopo tutto, se non si può negate che la vittoria del bravo Fagioli è stata un poco come la conseguenza della lotta ad oltranza ingaggiata da Varzi e da Nuvolari, non si può, peraltro, dire che questa vittoria sia poi una grande sorpresa. Diamine: la Maserati 2500 è davvero una grande vettura; a Roma ha vinto perché indiscutibil¬mente era superiore; a Livorno ha vinto perché le altre macchine, per marciare più forte di quanto Fagioli abbia voluto da essa (e lo avrebbe potuto) hanno finito per risen¬tire lo sforzo e cedere abbastanza alla svelta. Infine che le Alfa corsa abbiano ceduto non v’è proprio nulla di strano. Qui non v’è da giudicare una vettura nuova che non abbia mai dato le sue... buone, prove. V’è da giudicare un tipo di vettura che invece ne ha dato tante così buone che anche due ritiri per guasti ad organi con frizione e ponte non demoliscon affatto e tanto meno diminuiscono sensibilmente.
Tutto sommato, la vittoria di Fagioli, che potrebbe essere definita la vittoria del terzo fra i due che si bisticciano per una... torta ancora da fare, è da considerarsi tutt’altro che rubata. Anzi, a voler essere sinceri, è meritata e giusta. Perché la macchina non ha avuta la più piccola noia e ha marciato con evidente facilità ad una velocità media superiore a quella di Varzi l’altro anno quando vinse si può dire con uguale vettura a quella che aveva domenica al Montenero; perché il corridore, modesto e prima d’oggi non apprezzato nel suo pieno valore, ha corso come solo un vero campione può fare: in ottimo stile, con sicurezza e con facilità superiore dal primo giro all’ultimo con scarti di secondi fra giro e giro e senza sforzo apparente. Messo un poco in ombra da Varzi e Nuvolari loro sei giri vertiginosi nei quali i due campioni, messi alla frusta, hanno dato un saggio indimenticabile di audacia di abilità e di volontà battagliera cose fantastiche da raccontarsi soltanto Fagioli ha tuttavia meritato il trionfo; non perché sia il risultato la cosa che più conta, ma per l’insieme della sua gara, che fu bella e ammirevole giudiziosa in ogni momento. Come bella ed ammirevole fu la gara di Maggi che ha fatta una rentrée meravigliosa uguale al Maggi dei tempi migliori e forse ancor più completo, con lo stesso inimitabile stile, lo stesso coraggio e una più ferma volontà di lotta e di vittoria; come perfetta è stata la gara di Campari che ha girato veloce sicuro corretto e regolare fornendo anche il miglior tempo su giro fra i corridori con Alfa Romeo 1750; e come Borzacchini il cui debutto con l’Alfa Romeo si appoggia su questi dati: la posizione in classifica a pochi secondi di Maggi, il tempo sul giro inferiore soltanto a quello di Campari e migliore di quello di tutti gli altri con eguale vettura, la facilità e la compostezza e lo stile di corsa.
Altri due arrivati soltanto ha avuto la classe maggiore il Molare Fontana su O. M. e Gazzabini su Alfa 1500. Gazzabini che s’è fermato più volte per cambio di candele, meritava il posto di Fontana, di lui assai meno veloce. Fra le 1100 la lotta è stata tutta fra Moradei, che ha vinto e Matrullo, che è arrivato secondo. Moradei è stato tuttavia, in testa otto giri su dieci e ha segnato anche il nuovo record sul giro e sulla distanza totale. La graduatoria, perciò, indica esattamente i valori dei due piloti delle piccole Salmson.
Fra i ritirati, oltre Varzi e Nuvolari, vogliono il loro posto d’onore prima di tutti Arcangeli, che ha fatto bellissimi giri e Cortese che è andato molto bene. Anche Biondetti vuol una citazione, come una citazione vuol Danesi che si è fermato al settimo giro quando occupava la quinta posizione. Incidenti seri non se ne sono avuti. Cantono è uscito di strada con poco danno e così Sartorio che non s’è fatto addirittura niente.
Fra i record battuti (sul giro e sulla distanza totale in tutte e due le classi) vi è da aggiungere quello dei ritiri: ventiquattro su trentadue vetture partite, che non è poco e dice come la gara venne tirata da tutti forse nell’esempio dei due maggiori.
L’organizzazione fu buona e il merito è dell’A.C. di Livorno. Al traguardo, spostato quest’anno alla rotonda dell’Ardenza per maggiore comodità di spazio, gran folla e molte Autorità. Primo fra tutti S. E. Ciano munifico patrono della manifestazione la cui signorina contessina Maria ha dato il via ai corridori. Erano presenti Edda e Galeazzo Ciano, gli on. Ferretti, Farinacci e Ridolfi.
(Corrado Filippini)

Ecco la classifica generale
1) Luigi Fagioli su Maserati Dunlop, che ha percorso i 225 Km. Del percorso in 2h.33’59”3/5, alla media oraria di Km. 87,666;
2) Giuseppe Campari su Alfa Romeo in 2h.36’20”;
3) Aymo Maggi su Bugatti in 2h.36’38”;
4) Borzacchini su Alfa Romeo in 2h.37’33”1/5;
5) Fontana su O.M. in 2h.53’52”2/5;
6) Gazzabini su Alfa Romeo in 2h.56’07”4/5.
Giro più veloce: il quarto di Nuvolari su Alfa Corsa in 14’38”2/5, alla media di Km 92.211.

(Da “L’Auto Italiana” 15 agosto 1930)