Il circuito del Montenero

XII° CIRCUITO DEL MONTENERO
COPPA CIANO (31 Luglio 1932)

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Tazio Nuvolari aveva ormai rotto il ghiaccio l’anno precedente anche con le quattro ruote. Come spesso accade dopo il primo successo tutto diventa più facile e Nivola si portò a casa anche la coppa del vincitore del “XII Circuito del Montenero-Coppa Ciano”, l’anno successivo, il 1932. Fu un trionfo per le rosse Alfa Romeo con tre vetture ai primi tre posti grazie a Nuvolari, Borzacchini e mampari e la Bugatti di Varzi, terza fino all’ultimo giro, spodestata dal podio dalla veemente rimonta di Giuseppe Campari, rimasto in quarta posizione per tutta la gara e poi protagonista di un recupero impressionante nel finale. Già dal primo giro Nuvolari, al volante dell’Alfa Romeo 2700 della scuderia Ferrari, si piazzava al comando davanti a Borzacchini e Varzi. Usciva subito dalla lotta Biondetti, fermo ai box per cambiare le candele mentre Premoli con l’artigianale BMP 2800 sbatteva violentemente contro un paracarro a Calafuria strappando una ruota e la macchina volava nella scogliera, fortunatamente senza danni per il pilota. Al secondo giro Nuvolari Borzacchini, Varzi, Campari e Taruffi sbriciolavano tutti i record. Nuvolari era irraggiungibile, anche se Borzacchini compiva miracoli di bravura; Campari con la sua 2300 iniziava il suo attacco a Varzi che si concluderà all’ultimo giro, mentre Biondetti usciva definitivamente di scena. La cavalcata vittoriosa di Nuvolari non conosceva ostacoli ed il mantovano veniva portato in trionfo dalla folla fino al palco di Costanzo ciano e della consorte contessa Carolina, che si complimentavano con lui. Bravissimo anche Mario Umberto Borzacchini che da pochi mesi aveva ottenuto l’autorizzazione a cambiare il proprio nome di battesimo, abbandonando il suggestivo ma scomodo nome impostogli dal padre che aveva “italianizzato” quello dell’anarchico russo Mickail Bakunin, in un nome più servile che omaggiava il principe ereditario di casa Savoia, Umberto e la consorte Maria Josè. Nelle piccole 1100 il nobile Rosso di Cerami era imprendibile con la sua Maserati 4CM, ma la curiosità veniva dalla presenza in gara di una guidatrice la signora Orsini che dopo qualche giro si fermava vittima di un malore; sostituita dal meccanico De Barbieri, anche questi costretto ad abbandonare per noie meccaniche.
(Da: Maurizio Mazzoni: “Lampi sul Tirreno”, Firenze 2006)